31 marzo 2014

Il racconto di una beffa: Fabriano e le Grotte di Frasassi

Il Carlino ha messo a segno un bel colpo giornalistico, rivelando l’intenzione del Comune di Fabriano di acquisire una quota di minoranza delle azioni del Consorzio delle Grotte di Frasassi. L’ottimismo della volontà e i suoi superficiali spunti spingerebbero al plauso l’osservatore disattento e di “pensiero breve”. Ma i tanti che non esibiscono l’anello al naso e non amano legare l’asino dove vuole il padrone, hanno fondati motivi per dissentire e rimarcare l’uso sfacciatamente mediatico di questa operazione annuncio. Le Grotte di Frasassi sono aperte al pubblico da circa 40 anni e hanno vissuto una lunga stagione di turismo di massa (con più di dodici milioni di visitatori) che ha trasformato quel complesso ipogeo in una gallina dalle uova d’oro di cui hanno giustamente beneficiato il Comune di Genga e la comunità dei gengarini. Ma dopo 40 anni il ciclo di vita di quella forma turistica è entrato nella fase di maturità, perché il boom quantitativo è già avvenuto anni addietro ed è difficile immaginare un futuro prevalentemente incentrato su comitive e gite scolastiche indottrinate da guide che spacciano la stessa ministra senza il becco di un'innovazione del linguaggio, della narrazione e delle metafore. Il Comune di Fabriano, che un tempo snobbò le stalattiti perchè erano nulla rispetto ai cubetti di ghiaccio prodotti da un frigorifero, decide, con quattro decenni di ritardo, di investire su una esperienza di turismo maturo, ossia di investire il denaro dei fabrianesi impoveriti in un'esperienza turistica che per andare avanti ha bisogno di un profondo ripensamento strategico e di una radicale manutenzione concettuale. Sono consapevoli i politici fabrianesi di quanto siano determinanti questi elementi di criticità strategica? Conoscendoli piuttosto bene credo proprio di no e ho la certezza quasi matematica che per loro sia sufficiente poter evocare parole come sinergia, opportunità e rete per sentirsi in groppa all'onda giusta e serenamente procedere a quella che Gianrico Carofiglio, in uno splendido libro di qualche anno fa, ebbe a definire “manomissione delle parole”. Ma le parole svuotate non bastano. C’è anche un aspetto di natura economica, ovvero quanto costerebbe questa eventuale partecipazione e dove verrebbero reperite le risorse necessarie. I cittadini sanno bene che, nonostante le scontatissime rassicurazioni dell’assessore al Bilancio, le casse del Comune sono vuote. E sanno pure che per tenere in piedi una baracca inutile e improduttiva come il Comune ormai si ricorre sistematicamente al taglieggiamento fiscale e tributario delle desertificate tasche dei fabrianesi. Sarebbe quindi cosa buona e giusta che gli annunci a mezzo stampa stampa fossero accompagnati anche dalla parvenza di un progetto, da qualche dritta chiarificatrice sulle risorse necessarie per finanziare l’operazione e da un’ipotesi spannometrica di ritorno sugli investimenti di breve e di medio periodo. Invece nisba, perché l'idea stessa di una progettazione semiseria è estranea all'indole profonda dell’amministrazione e, alla fine, una locandina val bene una messa. Il sospetto che tutto si riduca a rimbalzo mediatico è nutrito anche da una considerazione di natira "societaria" e cioè che l’acquisizione di quote del Consorzio da parte del Comune di Fabriano pare di natura puramente compensativa, visto che “i fabrianesi” entrerebbero rilevando una parte delle quote della Provincia di Ancona, oppure l’intero pacchetto di quest’ultima, qualora le province venissero definitivamente cancellate dal sistema istituzionale italiano. E siamo arrivati a un primo snodo che merita rapido riassunto: il Comune di Fabriano, notoriamente sbancato, vuole entrare nel Consorzio delle Grotte di Frasassi in una fase di maturità dei flussi turistici e in posizione di assoluta minoranza, ovvero senza alcun potere decisionale e di indirizzo in merito alle scelte strategiche relative al futuro delle Grotte. E' questo sarebbe un grande affare e un investimento lungimirante? Per fortuna, sempre sul Resto del Carlino, ci ha pensato il Sindaco di Genga Medardoni a dare il colpo di grazia ai farfalloni del municipio dirimpettaio: ben venga Fabriano ma solo se l’ingresso avviene sulla base di alcuni parametri. Medardoni ne individua tre e sono di quelli che sgomberarano il campo da ogni fantasia: il primo è che la maggioranza delle quote resti in mano a Genga, ossia che il potere decisionale sia stabilmente e durevolmente esercitato dai gengarini che si guardano bene dal ritenersi scalabili. Il secondo paletto è che si attuino sinergie di territorio, che tradotto in “parla come mangi” significa che se Fabriano entra nel Consorzio delle Grotte bisognerà anche pensare a partecipazioni incrociate, con Genga che magari mette un bel piedone nel Museo della Carta. Medardoni non lo dice ma noi ci prendiamo la libertà di pensarlo. Ma il paletto più grosso e nodoso è il terzo, su cui Medardoni quasi glissa, proprio per dargli la forza lieve che sempre si addice alle tenatiche pesanti. Lo Statuto del Consorzio, infatti, prevede che i fondi prodotti dalla gestione del Consorzio siano investiti solo nel Comune di Genga per opere di complemento, infrastrutture viarie e servizi di vario tipo e natura. Ed è assai improbabile immaginare che in tempi di bilanci magri e di tagli alla spesa pubblica un piccolo Comune come quello di Genga possa privarsi a quella vera e propria un’assicurazione sulla vita che sono le Grotte di Frasassi. Di fatto Genga ha soltanto bisogno di rimpiazzare il partner di minoranza: fuori la Provincia e dentro Fabriano, ma a condizione che tutto resti come prima. Nelle decisioni da prendere, nel potere da esercitare e nei denari da investire. L’unico vantaggio per il socio di minoranza entrante sarebbe una poltrona nel consiglio di amministrazione del Consorzio, ossia una nomina politica aggiuntiva con cui accontentare qualche inquieto esponente della maggioranza che governa Fabriano. Diceva Lenin: “Gratta gratta il comunista e trovi il filisteo”. E aveva ragione da vendere.
    

10 commenti:

  1. Magistrale! Tutto chiaro!

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  2. Un coordinamento dell'offerta turistica del comprensorio montano è cosa buona e giusta, tuttavia per attuarlo non serve "entrare" dentro il consorzio delle grotte di Frasassi. Quello che serve è un progetto ma prima coordiniamo quel poco che c'è a Fabriano ed aumentiamo le proposte e le opportunità altrimenti potrebbe sembrare, dopo l'alterigia di 40 anni fa, una richiesta di elemosina. G.B.

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  3. Verissimo sembra una cosa pensata col cappello in mano

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  4. scusate, ma Genga, non è quel comune composto da meno di 2000 abitanti, che (in teoria, secondo i vari provvedimenti di ottimizzazione di spesa) avrebbe dovuto unirsi ad almeno un'altro municipio???

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    1. L'art. 16, comma 1, d.l. n. 138/2011 precisa che l'accorpamento è obbligatorio per i Comuni fino a 1.000 abitanti.

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    2. l'Afghanistan è andato da un pezzo, e ormai anche la Crimea sembra definitivamente persa!
      in effetti prendendo Genga si potrebbe aprire un interessante corridoio fino all'agognata Kamchatka!
      strategia interessante...

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    3. arieccolo, il fabrianese della Fabriano caput mundi !
      "ma fatemi il piacere"!

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  5. Semi arrivati a chiude venga per prendeglie le Grotte!!!

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  6. Nel CdA del Consorzio c'è già Mario Becchetti in rappresentanza della Regione, in passato in rappresentanza della Provincia ricordo anche la presenza di Sabrina Mingarelli.

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  7. Per capire l'aria che tira basta andare sulla home page del sito delle Grotte e vedere che tra i banner pubblicizzati c'è quello turistico della Riviera del Conero, della Fondazione Symbolia, della Regione Marche e non il sito turistico del Comune di Fabriano. Buonanotte sognatori fabrianesi del Comune, un giorno vi sveglierete.

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