23 marzo 2014

La Fabriano che risorge di sabato sera

La società e la politica. Spazi diversi e in tensione permanente. Di natura osmotici ma irriducibili alla simbiosi. Quando prevale la società la politica prende atto e traduce fermenti e pulsioni in atti e decisioni compatibili con la tenuta del sistema. Quando è la politica a imporre orientamenti e linee la società rattrappisce e diventa prigioniera degli umori di una minoranza al potere. E' una dialettica inevitabile e per certi versi necessaria. L'importante è mantenere sempre funzionante l'osmosi. A Fabriano non c'è più un elastico a tenere in tensione politica e società. Il rapporto si è interrotto e si voltano le spalle. La società fa i conti con la crisi economica, con metà della sua forza lavoro inattiva e mantenuta dallo Stato, con prospettive di benessere sempre più remote. Nostalgia del passato, spensieratezza presente e disinteresse per il futuro sono i tratti comuni e unificanti. La politica è altrove: solitaria e distaccata. Dominano la scena piccoli lavori, grandi marchette, modeste ambizioni dei protagonisti e la natura morta di impegno sempre più sfocato e dopolavorista. Ma è proprio dalla inedita combinazione di nostalgia, spensieratezza e disinteresse che ha cominciato a farsi largo qualcosa di nuovo, un germoglio inatteso di socialità che potrebbe riscrivere un diverso modo di stare assieme e di concepire lo spazio urbano. Una socialità senza partecipazione civica, senza impegno pubblico e senza retoriche sull'essere cittadini: apolitica e leggera, spontanea e fru fru. Se si desidera coglierne il tratto basta fare un giro in centro. Dopo le otto del sabato sera. Piazza Garibaldi pullula di auto e persone. Il Mercato Coperto trasversalmente invaso da tavoli e tavolate di giovani e meno giovani che consumano aperitivi lunghi. Via Cialdini trasformata in "quartiere della pizza". E poi a salire verso la Piazzetta di San Domenico che, grazie a un paio di pubblici esercizi gestiti con intelligenza e cura, calamita flussi di persone in uno dei punti più belli e caratteristici della nostra città, per lungo tempo ridotto a improduttiva e barbarica zona di transito. Da Piazza Garibaldi ai vicoli del Piano si sta, quindi, delineando spontaneamente una vera propria "area della nuova socialità cittadina" che andrà a ridefinire la città anche dal punto di vista urbanistico e della viabilità. Si sta consolidando un bisogno sempre più trasversale e diffuso di uscire dalle mura domestiche, il superamento embrionale di quella cultura della produzione incentrata sul binomio casa-lavoro che si è scolpita fin nei volti di quella generazione, ormai prossima ai settanta, che venti anni fa è stata garante e protagonista di quell'asfissiante equilibrio produttivistico. E non è un caso che questo bisogno di socialità notturna, di chiacchiere, di vini di taglio buono da consumare in allegria coincida con il punto più basso di visione del futuro e col massimo livello di rischio economico e sociale che incombe sulla città: una ungarettiana allegria di naufragi. Nell'estate del 1999 Biljana Srbljanovic - una giovane drammaturga serba che allora aveva 28 anni - raccontò, in un diario quotidiano pubblicato dal quotidiano La Repubblica, la vita di tutti i giorni in una Belgrado in guerra e sottoposta ai bombardamenti della Nato. Di quei molti e interessanti resoconti me ne colpì uno che spiegava come i giovani della capitale serba continuassero a frequentare allegramente bar e ristoranti del centro cittadino nonostante gli allarmi aerei e la certezza dei bombardamenti notturni. A dimostrazione di come l'allegria dei naufragi si manifesti proprio quando il futuro sembra un tempo che non riserva nulla e il presente un regalo gradito e inatteso. Ed è in quel punto che avviene la metamorfosi dell'istinto, una sopravvivenza che diventa istinto lieve e si adagia sul presente dando sapore e colore e togliendo impacci e pesi. La nostra città bombardata dalla crisi economica e da un domani incerto forse sta ricominciando a vivere e a tirare "una freccia al cielo per farlo respirare". E la riapertura del Giano sarà un altro tassello di questo presente che riconquista il suo spazio di una socialità sana in quanto disimpegnata. Quali che siano le intenzioni pigre e dimesse di quelle nature morte che popolano la politica cittadina.
    

34 commenti:

  1. Condivido il piu' delle volte quello che scrivi,ma devi anche chiederti chi frequenta questi posti,che nonostante la crisi ancora si riesce a strappare il sabato sera.Io personalmente cassa integrato "straniero" faccio fatica ad arrivare a fine mese.Con stima.

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  2. Caro amico in questi posti sta accadendo una cosa nuova: con dieci euro fai cena e bevi...l'apertitivo lungo è diventato un modo nobilitare la povertà...c'è uno strano gioco sociologico dietro....approfondiremo...e ci sono anche i giusti controcanti, come quello che opportunamente rimarchi

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    1. Hai ragione,ma credimi,veramente si fa fatica.CMQ sono contento che in questa citta' qualcosa stia cambiando,e che non si ritorni ad una citta' dormitoria. Con stima!

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    2. Chi li frequenta? Sempre quelli, arcoieteli con quaqquino verso le 4 de mattina gli zombi delle bevute. Questo sarebbe turismo? Risveglio? Ma è sempre la stessa sbornia, più piccole e più spesso, no adesso sarà più grosse e più spesso faranno girà l'economia gli imbraconi.

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    3. Più grosse e solo il sabato perché i soldi nun ce stanno

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  3. Direi che hai colto in pieno questa trasformazione che sta avvenendo a Fabriano, con la fine del binomio casa-lavoro aumentano gli spazi per la movida e al tempo stesso cresce anche il circuito associazionistico. Quel che a me colpisce è anche come questo passaggio non sia stato guidato a livello politico ma si sia sviluppato del tutto autonomamente, anzi spesso in contrasto con quelle che sono le normative e gli indirizzi amministrativi in tal campo. In questo contesto a me sembra di vedere una voglia di partecipazione che ha superato il livello poitico e si è spostata nell'offerta ludico-culturale. Un desiderio di incrementare il valore aggiunto del luogo attraverso eventi di varia natura, che partono da privati o associazioni e si offrono alla collettività.

    E' come se sia la società e non la politica a guidare questa città verso un cambiamento produttivo ed economico, che tuttavia non può sostituire il peso che ha avuto l'industria, ma di certo rappresenta un indirizzo per il futuro. Se avessimo un polo formativo universitario e una più accentuata spinta verso la valorizzazione culturale potremmo realmente dire di vivere una trasformazione che oltre alla società può cambiare considerevolmente anche l'economia.

    Nico Bazzoli

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    1. L'università per dar da mangiare ad affittuari in nero e proprietari di locali per le sbornie? No grazie.

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    2. Un'ottima considerazione della "cultura"!!!

      ..al di là di questo esistono città che vivono proprio dell'economia generata dagli studenti. Forse a te piacciono più fabbriche, inquinamento e compressione sociale, ma per fortuna sono superate.

      NB

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    3. ecco, appena si propone qualcosa di culturale la risposta delle menti aperte al nuovo.....l'anonimo sopra!E VOIALTRI AVETE ANCORA FIDUCIA IN UN CAMBIAMENTO :NELLA MOVIDA,NEI GIOVANI,NEL SABATO SERA..........MA DOVE LE VEDETE STE COSE?CHE SE QUALCUNO "OSA FARE "MOVIMENTO" E' SUBITO DENIGRATO DA TUTTI!(NON DIMENTICATE LE"SPEDIZIONI PUNITIVE" ALLE VARIE FESTE ORGANIZZATE,PALAZZETTO,ETC).......IO NON NUTRO PIU' SPERANZA!!!!!beati voi che ci credete!

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    4. Di che spedizioni punitive parli?

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    5. i controlli alle feste sono assolutamente necessario perché chi organizza pur di fare cassa somministra alcolici a minori. Ben vengano i controlli se non c' é responsabilità dai promotori degli eventi. Ci si può divertire senza bere

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    6. Ci si può divertire senza bere ? Non a Favriano.

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    7. Sempre ed ovunque, basta volerlo

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  4. concordo, una parte del centro storico si sta animando, ma se non sbaglio nell'ex negozio di salimbeni (credo via balbo) aprirà a breve una birreria. in pratica di fronte un'osteria, 50 metri dopo un ristorante/vineria e 20 metri prima di un localetto sulla piazza di san domenico. e' normale? c'è spazio per tutti?

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    1. Ne resterà soltanto uno. O forse nemmeno quello.

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  5. La concorrenza fa solo bene. Sono i monopoli che rovinano. E sono contento della morte di Corso della Repubblica alla faccia di certi proprietari che si credevano i padroni di Fabriano

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    1. giusto. quanto ai padroini del corso...so' morti che camminano (e neanche tanto...)

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  6. vero, ma a me pare piu‘ la fisionomia di una stagione superflua alla Nicolini arrivata con 25 anni di ritardo, strutturare questo desiderio della citta‘ sara‘ la sfida del futuro. Certo che la voglia di ricreazione puo‘ essere anche desiderio di un‘altra cittadinanza, ma turismo e cultura non si creano senza investimenti e senza cambiare le facce che dovranno gestire questa transizione. Alex

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  7. LE FRASI STORICHE DELLA SETTIMANA 6 (fino al 21 Marzo)
    • complimenti Galli, la vostra disorganizzazione spaura!! 17 MAR
    • La politica, gli incarichi istituzionali non possono essere considerati come un lavoro a tempo indeterminato!!! Questo è quello che accade in Italia ed in particolare a Fabriano 18 MAR
    • il mio commento è semplice a me non mi interessa nulla se il giano è aperto o chiuso è la città che ha chiuso è tutto chiuso voi cazzeggiate per un rivolo fogna e non aprite gli occhi LAVORO LAVORO LAVORO 19 MAR
    • MOSTRA sgarbone faccio un'ipotesi devastante!! coordinamento Balducci Ing. Giovanni assessore al turismo, accoglienza ed organizzazione soc.coop .onlus " il tulipano" organizzazione Pellegrini Giorgio e Buschi Renata , la fondazione farà la sua parte!! le istituzioni si ricaveranno il ruolo di protagonista nell'inaugurazione e ad ogni convivio culinario. risultato...... un de profundis Mozartiano. 20 MAR
    • io purtroppo non nutro speranze. non piu'! 20 MAR
    • da non sottovalutare sono molto preoccupato per l'emergenza sicurezza che potrebbe verificarsi dato l'immane afflusso di turisti previsto!
    innanzi tutto bisogna intensificare i controlli antidroga perché se ne fanno un po' pochini e non c'è da fidarsi degli appassionati d'arte!
    la polfer, invece che dismetterla, la potenzierei con un reparto antiterrorismo che in stazione serve come il pane, mentre per proteggere le aree montane utilizzerei i cinghialari 24/24h invece che a chiamata (naturalmente facendoli turnare!).
    infine credo sarebbero utili anche delle ronde anti-movida dei cittadini per proteggere le antiche mura del centro da eventuali musiche diaboliche troppo frastornanti e volendo anche da pericolose scritte inneggianti al fare tappa a scuola!
    solo che poi rimarrebbe scoperto il problema dei parcheggiatori!
    va be' bisognerà chiedere anche l'intervento dell'esercito...prepariamoci, così saremo pronti anche in vista della prossima invasione cinese!!! 20 MAR
    • speranza e delusione C’è un solo candidato che potrebbe godere del mio assoluto sostegno: me stesso. Ma ho già dichiarato che non mi candiderò, 21 MAR

    "l'orrore, l'orrore" colonnello kurtz. Comunque è Primavera. Buona primavera a tutti.
    sri D.

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    1. bellissimi commenti rappresentano Fabriano

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  8. e certo con l'enograstronomia (il vino de Favriano poi è famoso in tutto il mondo) e due locali aperti la crisi è acqua passata, 7-8000 addetti alla movida che manco a Las Vegas...

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  9. Dai allora andiamo avanti a piagne e a cassa integrazione.

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    1. la cig è una vergogna, ma non raccontiamo favole sull'enogastronomia, du baretti e quattro feste, non è aria

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  10. Esci e vedrai quanto é piacevole il centro il sabato sera. Basta con il disfattismo.
    E ti assicuro che sono moltissimi i cassaintegrati che frequentano i locali citati. Devono pur spendere i soldi guadagnati in nero

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    1. piacevole il sabato sera a Fabriano? ma se non lo era 20anni fa! ormai le cazzate le ho lette tutte

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    2. Rispetto a Kabul, e' un tantino meglio

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    3. infatti il paragone lo puoi fare solo con certe realtà ancora state a menarvela con la città turistica con la fogna aperta e quattro alcolizzati molesti ci vuole ben altro e lo sapete bene il dormitorio non si cambia in una settimana Cavron!

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  11. Il fenomeno di cui parla Simonetti, dimostra solo una cosa ... mentre tanti parlano e i politici continuano a non fare il loro mestiere, c'è chi continua a rischiare di proprio e fa il proprio mestiere di imprenditore. Tutto qui. Punto. Niente dietrologie.
    La rinascita di via Balbo è iniziata intorno al 2006, durante la mostra di Gentile, con il ristorante di Claudio Monteverde e l'enoteca di Alessandro Uffizialetti. Ora questo processo continua e si ampia. Ricordo ancora Claudio Monteverde che mi parlava della sua idea di pedonalizzare via Balbo, illuminarla meglio e trasformarla in una zona d'incontro per i cittadini.

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  12. Apriamo il Giano e famo i navigli a Favria !!! Le pantegane già ce stanno, manca tutto l'altro

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  13. ma che me ne frega Fabriano fa schifo

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  14. Il mondo è tanto grande puoi andare altrove,

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    1. anche te e vedi de sbrigatte!

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