11 luglio 2014

Indesit tra merletti, Merloni e striscioni




INDESIT DAL FIUME GIANO AL LAGO MICHIGAN
Indesit non è più italiana e non è più fabrianese. Adesso comandano gli americani e il cervello strategico dello storico marchio merloniano trasloca dal fiume Giano al Lago Michigan passando per la lombardissima Comerio. La corsa a tre l’ha vinta Whirlpool. Ma non ci saranno né matrimoni, né partnership né abiti da sposa: 758 milioni di euro e tana libera tutti. A partire dalla terza generazione merloniana, che ha brillato solo per le sue capricciose e reiterate divisioni. 

COMANDA WHIRLPOOL
Con questa operazione Whirlpool acquisisce più del 60% delle azioni e dei voti e si prepara a un’OPA sul flottante, che trasformerà Indesit in una controllata del gruppo senza alcuna autonomia di governance e di strategia rispetto alla casa madre americana. Oggi ci si chiede cosa accadrà agli stabilimenti di Albacina e Melano e ai colletti bianchi della sede centrale di Fabriano. Per capire la cupa scena che si profila bisogna fare un passo indietro e tornare alla fine di giugno del 2013, quando Whirlpool chiuse lo stabilimento di Trento – lasciando a casa 450 persone – puntando tutte le carte su Varese, individuata come piattaforma di ricerca e sviluppo e di produzione di elettrodomestici da incasso da riversare sul mercato europeo (Intervista ad AD Whirlpool Italia 2013). 

TUTTO A VARESE
Nel mese di aprile 2014 Whirlpool procede alla chiusura dello stabilimento svedese di Norkopping (Whirlpool chiude in Svezia) e al trasferimento della produzione di forni a microonde nello stabilimento di Cassinetta in provincia di Varese. I forni a incasso e quelli con tecnologie a microonde sono proprio i prodotti concentrati negli stabilimenti di Albacina e di Melano, come effetto della ristrutturazione dei siti produttivi Indesit realizzata col Piano di Salvaguardia e razionalizzazione. 

L'ACCORDO INESIGIBILE DEL DICEMBRE 2013
Quel che si profila è quindi un grave rischio di sovrapposizione dei prodotti e delle produzioni che assai difficilmente potrà convincere il gruppo americano a duplicare su Fabriano quel che si è strategicamente deciso di concentrare su Varese. E’ quindi assai probabile che si proceda a una razionalizzazione dei siti e delle produzioni che renderà oggettivamente obsoleti i contenuti dell’accordo del dicembre 2013 in termini di dislocazione delle produzioni, tutela dell’occupazione (ritorneranno i 1400 esuberi?), entità e destinazione degli investimenti. E ciò per una ragione elementare e cioè che chi scuce 758 milioni di euro per comprare un gruppo industriale acquista gli assets, il patrimonio, l’avviamento e le capacità di mercato, ma non certo i piani strategici scritti prima della vendita, che vanno reinterpretati, riadattati e più realistcamente gettat nel cestino alla luce delle nuove condizioni e dell’incipiente processo di concentrazione industriale in atto. 

INDESIT ANNO ZERO
Di fatto è come se si fosse tornati all’anno zero e questa brutale retromarcia ha immediatamente allarmato le organizzazioni sindacali, che hanno colto gli effetti deflagranti che un modello di acquisizione totalitaria e senza partnership può determinare sul sistema delle relazioni industriali. Alla fine è accaduto quel che pochi osservatori indipendenti avevano preventivato e cioè che l’intero Piano di Salvaguardia della Indesit non fosse altro che uno strumento di recupero della redditività finalizzato al rafforzamento delle condizioni di vendita e alla possibilità per gli azionisti – ossia per la famiglia Merloni – di conseguire le migliori condizioni di realizzo

MERLETTI, MERLONI E STRISCIONI
Per il territorio fabrianese l’acquisto da parte di Whirlpool si carica di pesanti elementi simbolici e materiali: da un lato certificando il crollo senza gloria di una dinastia familiare che lascia solo capetti e caporali pronti a leccare nuovi culi passando dal dialetto metalmezzadro alla lingua inglese; dall’altro cancellando il senso industriale di una localizzazione fabrianese del gruppo, sia sul versante dei due storici siti produttivi che per quanto riguarda gli uffici e i colletti bianchi della sede centrale, un tempo crema del ceto impiegatizio locale e da oggi, forse, avamposto di un nuovo proletariato condannato ad emigrare. E di fronte a questo cataclisma appare in tutta la sua ridicola jattanza quel siparietto di fine anno quando, a seguito dell’accordo tra azienda e sindacati, a qualcuno venne l'idea macchiettistica e pozzettiana di togliere lo striscione dal balcone di Palazzo Chiavelli. Come se tutto fosse già archiviato e risolto. Come se fossimo ancora ai merletti e ai Merloni.
    

17 commenti:

  1. la vita va avanti,cmq!

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    1. quella dei merloni, sicuramente!

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  2. Arriverà qualcuno che dirà che sei stato tu a portare sfiga!!!
    Ormai mancano solo le cavallette...
    _____________
    G.R.

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  3. Bah... tutto questo stranimento odierno mi sorprende, anche se fino ad un certo punto. Non mi sorprende lo stranimento (marcatamente artificioso) dello scrivente, visto che lo usa solo per finalità retoriche (nell'accezione nobile del termine, ben inteso). Non mi soprende quello degli pseudo-sindacalisti, che fanno finta di essere sorpresi da un evolversi degli eventi dato invece per assodato da chiunque abbia un minimo di conoscenza della vicenda. E, ad ogni modo, vediamo di commentare punto per punto, cercando di capire che la bocca aperta da parte di molti è solo finzione scenica...
    1) Che di matrimoni non ce ne sarebbero stati ed effettivamente non ce ne sono stati, quasi mi verrebbe da dire che è stata cosa più che positiva. Con quale dote Indesit si sarebbe presentata a queste nozze!? Da qualche anno a questa parte, più il tempo passava, più questo top management senza stimoli (se non quelli egoistico-personali) consumava (letteralmente) quel valore faticosamente costruito nel corso di decenni. E quindi benedetto sia un auspicabile "FUORI TUTTI" dalla cabina di regia. Di più. Sarebbe stato auspicabile che la seconda generazione (o almeno il buon Vittorio) fosse stato sterile. Perchè con questa materia prima a disposizione, meglio passare in toto la mano e farsene una ragione. L'accanimento terapeutico accoppiato a medici inetti (se non addirittura finti) avrebbe portato inesorabilmente a ben altri drammi.
    2) Sulle prossime venture "scene cupe", "sovrapposizioni" e tutto il companatico della serie "moriremo tutti". Beh, anche qui vien da sorridere. Ma quando i Merloni rilevarono la vecchia Indesit, cosa pensate che successe? Quando il gruppo fabrianese acquisì da GE la GDA o la Stinol dalla Russia, credete che i dipendenti di quelle aziende vennero invitati ad un party a base di caviale e sciampagne (occhio, la "e" finale si legge).
    3) Sull'inesigibilità di quanto concluso giusto a dicembre scorso... Teniamo distinti i due livelli: da una parte il piano industriale e dall'altro gli obblighi derivanti dagli accordi sindacali. Sul primo punto c'è poco da dire: è ovvio che occorrerà ripartire. E' cambiato il contesto e ora i piani li fa chi ha comprato. Su quello che ne sarà degli accordi, ricordiamo che chi compra subentra in tutti i rapporti attivi, compresi gli obblighi derivanti da accordi firmati. Ma cosa è stato firmato poi nella sostanza? Gli obblighi nascono di fatto dagli step "attuativi" e non dalle mega-pippe delle dichiarazioni di intenti. E, in questo caso, i primi sono stati firmati con improvvido periodo di validità pari all'anno o poco più. Quindi, se cercate il tradimento di chi i lavoratori li doveva tutelare, andatelo a ricercare lì. E oggi? Beh, di cosa pensate che abbiano parlato sti signori quando si sono scomodati qualche settimana fa e son venuti qui a parlare con ministri e governatori e paladini del quarto stato se non di questo aspetto? Cosa dobbiam fare di tutto sto ciarpame? Perchè, se pretendete che qui si rispetti tutto per filo e per segno, noi non compriamo un bel niente, avranno detto. Quindi, se si vogliono risposte sul punto, le domande bisognerebbe farle proprio ai soggetti di cui sopra, magari facendosi dire che tipo di gentleman agreement in quella sede è stato preso e a che tipo di compromesso si sia arrivati (perchè, tanto, che piaccia o meno, ognuno avrà ceduto di qualcosa)...

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  4. (continua)....
    4) Il Piano di Salvaguardia come make up sulla redditività per rendere più appetibile la vendita? Ma quando mai! Ma i bilanci di quest'azienda li legge qualcuno?! Eventualmente sarebbe vero il contrario. Questo Piano ha rappresentato una vera rottura di cabasisi per chi era intenzionato a comprare. Da quel punto di vista, sarebbe stato meglio fanculare direttamente 1.400 persone o quante diamine erano e lì sì che ti saresti presentato con il bidè fatto e con il vestito della festa.
    5) Capetti e caporali di tale risma leccano il culo a prescindere. Culo non olet, per chi è avvezzo a quest'arte, quindi non vedo il punto. Su questa millantata crema impiegatizia, avrei qualche perplessità... quello che si percepisce, purtroppo, è la degenerazione di un'impresa che, nel frattempo, era diventata un ministero, pieno di fancazzisti e, spesso, con l'unico obiettivo di salvaguardare le proprie piccole e misere posizioni di rendita. Faranno gli emigranti? Beh, credetemi, non potrà far altro che bene...

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    1. Cerchiamoci un altro lavoro e non soltanto i dipendenti Indesit scacco matto!

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    2. Cerchiamoci un altro lavoro e non solo i dipendenti Indesit scacco matto!

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  5. Ora, sarei curioso di vedere in quanti andrebbero a defecare davanti alla sbarra di Colbellaluce!!!...e senza cappuccio, per giunta!
    ___________________
    G.R.

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  6. Adesso ve se strigne il culo pletora de lecchini capetti con gli americani fine cassa integrazione fine panza all'aria per anni senza fa un cazzo finita la festa di Antonio Merloni il migliardo se lo becca Andreuccio per fasse i giretti co la barca, costa sa annà in giro a divertisse, è finita cosî sta città po darsi che se sveja quanno non c'é più babbo Merloni che la mantene. Forza piagnoni co gli ettari de terra e trattori. Vedrete che gli americani ve sveiano da sto torpore.

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    1. E' quello che spero anche io !!!

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  7. Una cosa è certa.. se i figli di Vittorio avessero continuato per altri tre anni.. l'Indesit faceva la fine di Ardo, commissariata e regalata al Porcarelli di turno!!!
    Fra Cinesi e Turchi dico meglio gli Americani!!
    In futuro qualcuno dovrà alzare i tacchi, non potrà scaricare film durante il lavoro, stare ore intere su facebook e altri social networks... o pippette varie!!!!
    Di certo arriverà la cura tipo Fedrigoni delle Cartiere, ora le ex Miliani sono le nr.1 degli 11 stabilimenti del gruppo.. con ottimi profitti e ottime paghe per dipendenti... A volte il male non viene per nuocere, e cmq se una multinazionale spende 758 milioni di Euro.. credo che abbia anche un piano industriale che certamente non viene annunciato ai nostri sindacatini o a Sagramola e Spacca!!!!!!!!

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    1. Io dico che con la Whirpool adesso inizia il bello !!! Vedrai come chiuderanno reparti

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  8. Fatico a vedere whirlpool che incontra Sagramola

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    1. e daie co Sagramoletta o c'è anche Crocettolaqualunque

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  9. Guardare la tv e sentire che il governatore delle marche e' sorpreso di cosi tanta celerita' di questa decisione della Sacra famiglia mi fa ribollire il sangue,vedere poi anche il sor-ci-min sorpreso,anche peggio!MA ci avete preso per dei coxxxxni?!Adesso da chi andrete a leccare il culo?

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  10. GPS una precisazione sui forni non ci sono doppioni ad Albacina si fanno i forni da incasso e non i microonde che indesit acquista. Altra precisazione whirlpool non è scema da buttare via i soldi già investiti per la nuova piattaforma della cottura. Ancora la pulizia indesit l'ha iniziata già da un pezzo ed era quello che aspettava whirlpool. Per cui andranno via magari tra un anno altri colletti bianchi ma gestire indesit non bastano i 4000 di whirlpool servirà altra gente. Che la famiglia abbia venduto, lo sapevamo tutti solo gli illusi saperavano in jointventure. Ora dentro indesit non ci sono solo fanculati o raccomandati di gente sveglia ce né e forse arrivando gli americani quelle persone sveglie che sono senza tessere amicizie oppure ricatta. Vedo troppi detrattori ora che la famiglia affonda, anzi se ne va con il malloppo ma a molti è stato bene per anni.

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