1 settembre 2014

Il rospo è tornato principe: qualche pensiero sulla bellezza cittadina

Il Festival "Lo Spirito e la Terra" - al di là dei contenuti legati alla riscoperta delle varie e diffuse tracce di misticismo francescano ed eremitico nel territorio fabrianese e a un approccio capace di combinare forme tradizionali di ascolto e di preghiera e panteismo naturalistico - ha consentito l'emergere di tre cognizioni fondamentali per animare una nuova visione della città, della comunità e del buongoverno: che Fabriano è un mosaico di luoghi ascrivibili all'idea del "bello" ma degradati a transito e sputtanati dall'incuria e dal consumo utilitaristico; che restaurare il segno della bellezza, laddove la mano umana ha operato in direzione dello sconcio, è possibile e che per compiere questo ribaltamento servono pochi soldi, molta volontà e un minimo di rispetto per la cultura e per la forma delle cose. Di questa vocazione, forse inconscia, del Festival alla conversione del brutto a bello si era già avuta un'avvisaglia qualche sera fa, con la Piazzetta del Podestà trasformata - con l'unica aggiunta di una illuminazione a candele - nell'inedita e suggestiva scenografia notturna di una rappresentazione dantesca, ovvero riscattata dal suo quotidiano destino di spazio governato dal disco orario e di comoda scorciatoia per raggiungere il parcheggione della Piazza del Mercato. Ma la svolta visiva e simbolica ha avuto luogo ieri sera, con il Concerto delle Acque, tenutosi presso la piscina dei Giardini Margherita. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la città e un senso anche minimo di appartenenza ad essa, sa bene che la piscina è stata letteralmente defraudata di ogni attenzione e manutenzione da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, nonostante i continui richiami dei fabrianesi, colelttivamente innamorati di quel minuscolo spazio da sempre cartina di tornasole del decoro e della decenza urbana. La Fondazione - e non invece il Comune, purtroppo dedito all'inutile faraonico e al costoso clientelare - ha finanziato alcune piccole operazioni di manutenzione e recupero: la pulizia delle acque, la riattivazione della cascatella, la presenza di qualche pianta acquatica vitale e decorativa, un paio di pesci per ridare vita a quella che fu morta gora e un salice piangente come da cartolina d'epoca. Il colpo d'occhio di ieri sera era letteralmente suntuoso: l'orchestra posizionata sopra la piscina e tutto attorno, compreso il camminamento, un giro di candele a rischiarare e far vibrare una zona centrale del Giardino normalmente buia e abbandonata nelle ore notturne. Come per magia uno dei luoghi che l'incuria politica e amministrativa aveva trasformato in una sintesi dell'abbandono, è rinato a nuova vita, come il rospo torna ad essere principe quando si rompono l'incantesimo della bruttezza e le ragioni del suo inamovibile e quotidiano sabba. Si tratta di un evento che restituisce una lezione profonda e cioè che "vetro rotto chiama vetro rotto": una città degradata, abbandonata e sporca ha ottime possibilità di peggiorare la propria situazione, perchè i cittadini si abituano a pensarla, viverla e trattarla in un certo modo. Se la piscina dei Giardini diviene sede di ciò che è lercio, è probabile che il passante ci butti la cartaccia altrimenti destinata al cesto; ma se essa diventa uno spazio per tenere concerti e un luogo degno di manutenzione e cura, quello stesso passante avrà una remora aggiuntiva di senso civico rispetto alla propria maleducazione, anche perchè ogni cittadino tenderà, in qualche modo, a sentirsi custode di un bene comune e di una nuova civiltà delle cose. Chi ha assistito alla rappresentazione teatrale nella Piazzetta del Podestà o al concerto di ieri sera alla piscina dei Giardini Margherita, insomma, difficilmente potrà ritornare a quegli spazi con gli stessi occhi di qualche settimana fa, perchè la capacità di influenzamento del "visivo" agisce sul senso estetico e sul recupero della bellezza come dimensione urbanistica e chiave di volta del governo locale. Per queste ragioni rivolgo un appello alla Fondazione: chiudete una volta per tutte il rubinetto delle cazzate, i denari alla sagra del gambero, al torneo di ruzzola e al vasto e oneroso gigioneggiare dei fabrianesi e destinate 365 mila euro alla bellezza di Fabriano: 365 iniziative da mille euro ciascuna; una iniziativa al giorno, tutti i giorni per tutto l'anno. Per diritto di decisione e dovere politico ed elettorale dovrebbe farlo l'amministrazione comunale, ma è troppo presa a spremere i cittadini per remunerare gli scaldaculo, finanziare lavori pubblici elettorali e donare risorse a consorzi e cooperative amiche. E alla fine credo abbia davvero ragione quel politico di maggioranza che, reclamando assoluta riservatezza, mi ha confidato: "la verità è che c'è una Giunta reale, ossia la Fondazione, che ha i soldi, e una Giunta ombra, quella comunale, che non ha un cazzo. In questo momento il Sindaco è Papiri e governa senza bisogno di indossare la fascia tricolore". E allora caro Papiri, si impegni a cacciare 365 mila euro di bellezza. Le prometto una lieve e temporanea desistenza: non la chiamerò più Pierrot e nemmeno Homo Papirus Belvederensis. Mi creda il gioco vale la candela e Fabriano merita ancora una chance.
    

10 commenti:

  1. Simonè non te illude!!! Tanto comanda Sagramola. E se volete i concertini dovrete andà fuori come sempre

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  2. chiaro esempio che se si vuole guardare alla sostanza le cose si possono fare con risorse minime, se invece si continuerà a montare vetrine inutili, sterili e senza una logici , o un logico ritorno , anche solo di senso civile, le cose si possono fare, sul punto del vero sindaco, allora vorrei chiedere a quello che dovrebbe essere stato eletto , dove vanno a finire i soldi delle tasse defraudati dalle tasche dei cittadini, in particolare modo quelli della TASI Tassa Sui Servizi Indivisibili ... circa 4.000.000 di € che dovrebbero servire per le manutenzioni stradali di illuminazione e decoro urbano, visto che per tutto ciò non viene speso un solo € , forse che servano a mantenere quella selva di personaggi ambigui che ruotano come dei condor, sulla testa della morente amministrazione o per remunerare gli scaldaculo, finanziare lavori pubblici elettorali e donare risorse a consorzi e cooperative amiche, un appello a Papiri vorrei farlo anche io , c'è un progetto che questa amministrazione ha clamorosamente fallito , grazie alla sua immane capacità organizzativa e spirito democratico, il bilancio partecipativo , io le chiedo di provvedere a redigere o far redigere 5 progetti di pubblica utilità e sottoporli ad assemblea pubblica , al fine di poterne sceglierne uno da realizzare. o magari da fare realizzare in economia coinvolgendo i cittadini capaci . Muratori Davide

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  3. I soldi sono pochi, è vero. Ma più delle ristrettezze economiche vedo quelle mentali di una politica pavida, che invece di guidare, di tracciare una rotta, di imporre le scelte qualificanti rincorre il consenso. Su alcuni temi, ad esempio traffico e parcheggi in centro storico, Fabriano produce un dibattito che è arretrato di 50 anni. Ultimamente non viaggio molto, ma sono andato per lavoro a Milano dove l'area interdetta al traffico è vastissima anche in proporzione alle dimensioni della città. In questa area tra i navigli e piazza Duomo vi è una forte offerta di birrerie, pub, ristoranti, negozi . . . anzi i migliori ristoranti e negozi di Milano sono dentro mani e piedi alla zona a traffico limitato od interdetto. Secondo i politi ed i commercianti di Fabriano dovrebbero essere tutti falliti . . .e invece sono le zone della città più richieste. Si dirà che Milano è Milano, che è tutto diverso. No cari concittadini di diverso c'è solo la nostra testa ed la mancanza di coraggio nel fare le scelte giuste.

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  4. Caro Giampaolo riemerge come una costante la centralità dell'urbanistica

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  5. Ma se Papirus chiudesse i rubinetti della Fondazione.. sai che bella "casciara"... ora capisco perché sono tutti appecorati , sindaco in testa, verso l'homo Papirus... che alla fine dobbiamo ringraziare se la nostra città riesce a partorire qualcosa di buono!!!! Papiri Sindaco Subito!!! Speremmmm

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    1. I rubinetti della Fondazione non possono essere chiusi, i soci possono solo decidere sulla gestione del patrimonio e la distribuzione dei proventi. Questo nei limiti e vincoli dello statuto.
      L'ultima lista disponibile degli interventi è a pagina 41
      http://www.fondazionecarifac.it/images/bilanci/bilancio%202012.pdf

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  6. la chiusura dei rubinetti dovrebbe riguardare i "finanziamenti cazzata"

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