26 settembre 2014

La fiction di Padre Gianmario tra Suor Angela e Suor Costanza



Il Governatore Spacca ha martellato per tutto il giorno sui social network: fotografie con attori e protagonisti della fiction, scatti al Bar DiVino piazzato all’interno del Loggiato San Francesco, conferenza stampa all’Oratorio della Carità, anticipazioni sulle pillole promozionali pro Marche che avrebbero preceduto l’inizio della trasmissione e comunicazioni ufficiali – a mezzo Facebook – circa la sua presenza innanzi al televisore di casa già un’ora prima della messa in onda. Insomma, un attivismo estremo quello di Gianmarione da Fabriano, l’energia baudesca di un politico consapevole che la rete ammiraglia di Mamma Rai avrebbe trasmesso, in prima serata, qualcosa di più di una fiction a sfondo religioso girata nella città della carta. Già, perché l’incipit di “Che Dio ci aiuti” non sembrava davvero la declinazione di un genere televisivo, ma un lunghissimo spot territoriale con dentro giusto qualche tonaca poco ispirata, un’apologia d’Appennino in alcuni passaggi iniziali talmente forzata da risultare perfino imbarazzante. Inutile girarci attorno: Spacca ha messo a segno un colpaccio politico e personale, sbattendo in faccia a tutto il PD marchigiano che lo vuole fuori dai maroni la beatificazione televisiva del suo feudo personale, quella Fabriano andata sul culo a tutti e rilanciata, urbi et orbi, con una sfacciataggine pari al suo desiderio di un terzo mandato. E’ probabile che la pubblicizzazione ostinata di Fabriano generi un qualche ritorno turistico per la nostra città, perché se è vero che migliaia di persone hanno raggiunto l’Isola del Giglio per  occhieggiare lo scheletro della Concordia, non si capisce per quale ragione un qualche migliaio di telespettatori affezionati non debba raggiungere Fabriano, magari soltanto per visitare il bar di Suor Angela e Suor Costanza. Per ora a colpirci è il dato politico e cioè lo schiaffo che Spacca ha rifilato in faccia ai suoi sicari e a quanti nel PD credevano che per pensionarlo bastasse strattonarlo con qualche minaccia. Quel che colpisce è l’impressionante squilibrio di mezzi tra Spacca e il resto del PD, col Governatore che bombarda dall’etere televisivo e dall’universo virtuale mentre Comi e i pesaresi pensano di spuntarla per il tramite di tristissime e itineranti riunioni di resoconto politico e amministrativo. In questo senso Spacca, nonostante il proprio background personale di tecnocrate pensoso, ha cambiato repentinamente pelle, replicando in chiave regionale la lezione berlusconiana: trasformare ogni cosa nel segno del suo necessario prodigio politico. Il convitato di pietra della fiction, non a caso, era proprio lui, quel Padre Gianmario che si intravedeva come un’ombra perenne tra Suor Angela e Suor Costanza. E non osiamo immaginare cosa accadrà nel PD quando il film su Leopardi trasformerà il favoloso poeta recanatese in un precursore, nel cantore ante litteram del Modello Marche, nel nobile antenato di un nobilissimo Governatore trasfigurato in un vero e proprio “poeta del fare” di cui, parafrasando A Silvia, così si potrebbe dire: 


Gianmario, rimembri ancor
quel tempo tuo governativo,
quando il comandar splendea
nel fare tuo saccente e ultimativo,
e tu, tecnorate e pensoso, ogni dissenso
altrui impedivi? 
 

    

4 commenti:

  1. la poesia è fantastica!!!!!

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  2. Simonè beato a te che te diverti co sti politici. Ma non hai voglia di rientrare in scena

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  3. Spesso ti ho criticato ma ti faccio i miei complimenti per questo racconto colorito della campagna elettorale per le regionali

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  4. Questa pubblicità è meglio di quella che andava in onda questa estate, molto pallosa e senza senso, con quello che si ficcava dentro il letto in mezzo ad una coppia, bisogna darne atto al nostro presidente che questa volta c'ha azzeccato (la pubblicità).

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