23 settembre 2014

Tra sofferenze e incagli suona la sveglia su JP



Si mormora che non ci sarà nessun accordo tra le banche e Porcarelli e forse si tratta di una sveglia definitiva che suona sul caso JP. In realtà si tratta di una classica “non notizia” perché l’ipotesi della transazione amichevole era puramente teorica e serviva, più che altro, a calmierare gli animi in vista delle ferie estive, lavorando sugli effetti ansiolitici dei rimandi e dei posticipi. Chi ha seguito la vicenda Ardo-Jp senza cedere a narrazioni rassicuranti e di comodo, sa bene che siglare un accordo è possibile quando conviene a tutti i soggetti coinvolti. Nel caso banche-Porcarelli l’accordo sarebbe risultato conveniente soltanto all’imprenditore cerretese che, transando su una cifra per lui sostenibile, avrebbe mantenuto i cespiti acquisiti, chiudendo una partita col Tribunale complicata anche da alcune precedenti operazioni di vendita di macchinari. Le banche, diversamente da JP, non avrebbero invece avuto alcun beneficio da un accordo. Innanzitutto per una questione di bilanci, perché gli istituti bancari coinvolti avrebbero dovuto iscrivere a perdita larga parte del credito vantato, accontentandosi di una transazione pare incentrata su un trasferimento di immobili che, in tempi di crisi, non costituiscono di certo una ragione di scambio attrattiva. L’annullamento della vendita, sancito dal duplice pronunciamento del Tribunale, qualora fosse confermato in Cassazione, riporterebbe, invece, le lancette alla situazione pregressa, consentendo alle banche di collocare a bilancio il proprio credito – ovviamente in linea teorica – in base a più convenienti categorie di rischio, ovvero la temporaneità dell'incaglio piuttosto che la permanenza della sofferenza che determina l'inesigibilità del credito. Firmare un accordo avrebbe, quindi, significato svalutare un credito di entità rilevante, determinando anche un possibile intervento della Vigilanza della Banca d’Italia, con probabile effetti sul management e sulle modalità di governance degli istituti coinvolti. Da questo punto di vista vale la pena ricordare che nel pool di banche ricorrenti sono presenti anche la ex Carifac la cui casa madre, Veneto Banca, ha ricevuto di recente le attenzioni della Banca d’Italia, e la Banca delle Marche che, come sappiamo bene, versa in condizioni di esteso e profondo dissesto. Firmare l’accordo significherebbe per loro complicare una situazione già alquanto complicata, il che confligge con la ratio d’impresa e con le logiche di autotutela del sistema bancario. Questo quadro d’insieme può non piacere alle istituzioni politiche, ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, ma fingere che non esista e, peggio ancora, far credere che non incida sulle possibili decisioni e sui mancati accordi, vuol dire rinunciare a quel minimo di verità che serve a trattare con intelligenza e giudizio le cose: “Si può ingannare tutte le persone una volta, si può ingannare una persona tutte le volte, ma non si potranno mai ingannare tutte le persone tutte le volte”.
    

8 commenti:

  1. la questione JP , non voglio chiamarla vertenza , perchè la vertenza è un'altra cosa, è l'ennesimo esempio di scellerata intromissione della politica , locale, regionale e Nazionale di rimando, in questioni private, aggiungere altro mi pare superfluo, solo una considerazione , oggi a Fabriano esistono esempi di questi tipo di intromissione lampanti, su tutti la questione ex ARDO che sappiamo tutti come sta finendo, lettere di licenziamento , messa in mobilità a zero ore di circa 1600 ex dipendenti, ora la JP che dello stesso affare è parte integrante , anzi un'evoluzione, ma la finale sarà la stessa , di fatto si prospetta il licenziamento, senza neanche passare dalla cassa integrazione, in quanto , forse qualcuno non lo avrà notato ancora, essendo revocata la vendita verranno automaticamente annullate le assunzioni!!! visti che JP è un marchio a se stante , facente capo a Porcarelli ma sganciato dalle altre sue proprietà e non esistendo più il soggetto imprenditoriale decadono i diritti alla cassa integrazione, esattamente come è scritto sulle lettere della Antonio Merloni, si sono intestate così; giunte in questi giorni a casa degli ex dipendenti. a conti fatti ci sarà solo un soggetto tra tutti che pagherà le conseguenze di queste scellerate intromissioni, il LAVORATORE, che come grande colpa ha quella di essersi fidato di istituzioni politiche e dei sindacati, che si sono dimostrati troppo attendisti e passivi rispetto all'evolversi delle cose, ma anche questo fa parte dell'essere Fabrianese , svegliarsi quando il gallo ha fatto l'uovo. adesso resta un quesito da parte mia , quanto ci metteranno a svegliarsi e a capire che questa classe politica li sta portando velocemente dentro ad un baratro piuttosto profondo, e che dal quale sarà impossibile risalire , visto la loro incapacità di proporre soluzioni o di recepire idee ? quanto ci metteranno i Fabrianesi a capire che tutto quello che gli manda il comune da pagare è frutto di una mala gestione del bene pubblico? e un piccolo suggerimento, controllate gli arrotondamenti fatti sulle cartelle della TARI , nella maggio parte dei casi sono illegali.Muratori Davide

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    1. andate il sacrificio è stato fatto

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  3. Gianpy e come fa uno ha darti torto???
    Gli accordi si fanno in due e con il male minore per entrambi. Ad a oggi i presupposti per i motivi che tu hai ben spiegato non esistono!!! Solo chiacchiere e cmq finche arriva quella miseria di cassa integrazione tutto tace!!!

    Gianpy non centra nulla con il post, ma siccome qualcuno ancora dice che sei restio a parlare di Veneto Banca.. ti lancio un assist... !!!!
    Informati quando ci vuole per vendere le azioni di Veneto Banca, perché questo nessuno lo dice al momento dell'acquisto, ma se a te serve soldi in breve tempo e devi vendere tue azioni.. " campa cavallo che l'erba cresce" non riceverai contante prima sette/otto mesi, se va bene..... sono scandalosi!!!!!!!!!!!!
    G.F. Cav.

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    1. 27 aprile 2014

      «È dallo scorso giugno che provo a tirar fora i schei, ma ancora non li ho visti. Sono ore che qui sento come siete bravi, che i bilanci sono a posto: tutte busìe, non dovete approfittarvi dei poveri desgrassiai come me». La signora Gina ha aspettato oltre tre ore (si è iscritta a parlare alle 10, ci riesce solo dopo l’una), è uno sfogo rabbioso che cova da mesi. Il microfono per gli interventi finali è aperto a tutti, e viene preso d’assalto da diversi piccoli azionisti con un tratto comune: si sentono ostaggio della loro banca. «Io sono una povera pensionata», dice Gina Caoduro al microfono. Di una signora non si dice l’età, ma i primi “anta” sono quasi doppiati. «Ho lavorato 35 anni, tutti i risparmi li ho messi da voi. E adesso che mi servono non me li date».

      http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2014/04/27/news/la-rabbia-dei-piccoli-i-nostri-soldi-in-ostaggio-1.9123822

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  4. Tema sicuramente interessante quello dei meccanismi di vendita delle azioni e lo farò a breve. Pazienza se qualcuno "ancora dice" sul mio conto. Quando uno è inattaccabile come me un po' di merda se non c'è tocca inventarsela. Sono sopravvissuto alla fine del comunismo e alla mia disfatta politica con la Lega figuriamoci se ho timore di un po' di fango G.F. Cav!!! ;)

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    1. Caro amico, sai bene che la penso come te e come tutte le persone che danno fastidio agli intrallazzatori di turno, essi devono inventarsi qualcosa per screditarti, ma chi ti conosce, chi ti apprezza per quello che genuinamente scrivi, sa quanto tu vali, e sa che non hai peli sulla lingua... avete capito denigratori da strapazzo????
      G.F. Cav....

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  5. Che noia questo paesino, prima erano tutte merde con i soldi adesso sono rimaste solo le merde, e ancora cassaintegrazione sulle spalle dei contribuenti e ancora tasse per mantenere i dipendenti pubblici che se la rifono al bar fossero stati utili con un mestiere. Insomma mi fa ridere chi ancora ubriaco dice che la città è la sua chi dice di voler farci crescere i figli, un posto come Fabriano non lo augurerei a
    nessuno con uno schifo di freddo inverno alle porte, e il lavoro che non esiste chi se ne è andato è stato lungimirante.

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