20 ottobre 2014

Morìa di pesci nel Giano? Che ce frega! Che ce frega!

La questione della morìa di pesci nel Giano, derubricata dai pubblici amministratori locali senza dettagli e ragioni credibili, lascia intendere una sorta di suicidio ittico capitanato da una carpa sensibile all'apocalisse ambientalista. A colpire, nella spiegazione ufficiale fornita dalle istituzioni locali è la totale assenza di amore, di curiosità, di premura per i beni comuni

A prevalere è sempre la filiera burocratica con le sue esigenze di inerzia e la sua routine, l'ente che rassicura e l'ente che viene rassicurato, come se accertare la verità significasse limitarsi a prendere atto di una relazione o di una perizia incartata in una neolingua per addetti ai lavori

Molti fabrianesi, negli ultimi due o tre anni, si sono mobilitati per richiedere ai decisori politici lo scoperchiamento del Giano e la conservazione del Ponte dell'Aera. Lo hanno fatto con passione ma anche cedendo a una sorta di "moda civica" che, via via, si è imposta generando anche qualche rivolo di conformismo e di opportunismo politico

Solo in pochi - pionieri anche nel richiedere la scopertura quando essa era ritenuta tema pretestuoso e minore - hanno evidenziato un aspetto essenziale e cioè che la sfida era quella di scoperchiare il Giano per riprendere a considerarlo parte integrante dell'ambiente e del vissuto cittadino.

Ciò significa che il focus dell'interesse dovrebbe riguardare l'essenza stessa del fiume, ossia l'acqua. In tal senso c'è da dire che il livello di interesse collettivo per la improvvisa morìa di pesci si è rivelato poca cosa e ciò ha consentito agli amministratori di chiudere la partita con un'alzata di spalle, suffragata dalla relazione dell'Arpam, nonostante il monitoraggio accorato e accurato del Comitato del Giano.

Si tratta di un'indifferenza che ha radici antiche e impone una vera e propria pedagogia del fiume perchè l'acqua non può diventare oggetto di interesse e di reazione politica quando turba l'olfatto, ossia una zona di comfort degli umani, e lasciare inerti di fronte a una morìa di pesci, che sono i principali sensori della salute complessiva di un corso d'acqua.

Il problema del nostro tempo, e la dannazione della nostra città, è che la politica - sensibilissima al denaro e disposta a procurarselo a tutti i costi - è diventata totalmente insensibile alla realtà.  

Una politica col colpo in canna, davanti al primo segnale lanciato dal Comitato del Giano, avrebbe immediatamente allertato e richiamato l'attenzione dei cittadini. Non certo per procurare allarme, quanto per animare la consapevolezza di un rischio che riguarda e coinvolge un bene comune. E di fronte a un bene comune la verità non si privatizza, non può essere rinserrata in un carteggio istituzionale o in un responso tecnico, per quanto legittimo e autorevole.


Invece la politica caricata a salve, culi caldi e pochi cazzi, preferisce invece coltivare il “che ce frega, che ce frega“ del grande Giorgio Bracardi. Ma per farlo ha bisogno di un humus di disattenzione, di terra arida, ossia di un menefreghismo collettivo che nella nostra città trova sempre un motivo per attecchire ed espandersi.

Giunti a questo punto viene da chiedersi se ha senso morire per Danzica, ovvero continuare a combattere, a scrivere e a esprimersi a difesa di una città che non lo merita, perchè neanche nella merda più totale è capace di lanciare un grido di dolore o di manifestare un sussulto di orgoglio. Comincio a dubitarne seriamente.
    

21 commenti:

  1. Caro Gian Pietro, capisco il tuo scoramento e forse non vale la pena morire per Danzica, o quanto meno per chi ha ancora le fette di prosciutto sugli occhi e pensa ancora che la realtà economica locale possa risvegliarsi grazie a JP o Whirlpool; per questi, che da anni avevano la verità sotto gli occhi e l'hanno sempre negata, non vale sicuramente la pena morire. Ma guardo mio figlio di 11 anni andare a scuola ogni mattina, faticare a svegliarsi, caricarsi un pesante zaino sulle spalle e partire.Guardandolo mentre mi saluta e poi si allontana di spalle penso che meriti un futuro decente. Per "Danzica" non vale la pena morire, per i nostri Figli SI!
    Continua così.
    Un grosso abbraccio
    Giancarlo

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  2. Scusate un info, ma com'è che su questo blog non si parla mai della Fondazione cassa di risparmio?
    di ciò che succede li? e dei suoi componenti?
    Mica dico che se ne deve parlar male............ma qualche info sarebbe utile.

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    1. No amico. A te non interessano la Fondazione e non ti interessano neanche i componenti. Te ne interessa solo uno: Sergio Mustica. Bene l'ho scritto svariate volte. Lavoro nella sua società e sono suo amico. Se critico la Fondazione stai sicuro che non mi caccia via! Poi se la Fondazione mette i soldi per tenere puliti i Giardini margherita mi piace. Se mette i soldi per la Mostra di Giotto e Gentile mi piace. Quando farà cose che non mi piacciono non avrò problemi a scriverlo. @Bicarbonati è una pagina privata e gratuita dove possono scrivere tutti e dove si può liberamente criticare l'autore. Mi aspetto altrettanto severità verso mezzi di informazione che vengono sponsorizzati da enti pubblici e che credo abbiano preso legittimamente soldi anche dalla Fondazione. Su questi si tace e sapete perchè? perchè sono allineati al regime e siccome Simonetti non lo è si picchia. E' proprio vero che non vale la pena morire per Danzica. Vi meritate Sagramola e Tini!

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  3. Faccio le tue stesse considerazioni coi miei figli. E diversamente da qualche tempo fa ho cominciato a dirgli di pensare il proprio futuro altrove. Qui non c'è posto e niente accade per caso. Fabriano è così non per colpa del destino o della globalizzazione ma di sè stessa. per questo è irriformabile. Come l'Unione Sovietica. Al massimo possiamo confidare in un Gorbaciov pedemontano che dia la spallata finale. personalmente mi rendo conto che nella mia critica quotidiana c'èra dentro comunque una speranza. Si sta consumando rapidamente

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    1. ineccepibile

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    2. Pessimismo leopardiano allo stato puro ...

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  4. Durante l'ultimo consiglio comunale il sindaco ha risposto alla nostra interpellanza relativa alla moria dei pesci lungo il Giano leggendo il verbale emesso dall'arpam che afferma che tutto era regolare . Sagramola come Ponzio Pilato . Ma non ci fermeremo e abbiamo chiesto una serie di accessi agli atti verso altri enti che a quanto sappiamo avevo verificato l'accaduto .E' evidente e chiaro che non si vuole far luce sulla verità che comunque hanno compreso in tanti. Anche di fronte ad una serie di foto scattate dai cittadini che mostrano una quantità rnorme di pesci morti l'Arpam dice che loro non li hanno visti . Però lo dicono solo loro . Se non hanno riscontrato quanto era sotto gli occhi di tutti o sono ciechi o sono in mala fede. Saluti

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    1. Egr.dott.Urbani lei dice che gli ha risposto il Sindaco,bene. Una curiosità ; ma a Fabriano l'assessore all'ambiente Paglialunga non dovrebbe lui monitorare vista la delega che gli è stata attribuita??? Altrimenti questo signore che ci stà a fare??

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  5. questa la solita indifferenza che ha portato la città in queste condizioni......ma quale politica.....alcuni di questi signori non sanno neanche cosa significhi questa parola!!! conoscono solo questa : Interessi propri e grazie al disinteresse di alcuni cittadini ci riescono e bene .........

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  6. grazie Gian Pietro !!!! continua così !!!

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  7. Paolo Natali20 ottobre, 2014

    Confermo: ineccepibile!

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  8. Caro Gian Pietro mi sembra una risposta fuori luogo, quella che hai dato a chi ti ha chiesto della Fondazione. Non mi sembra di aver letto delle dietrologie nel tuo commentatore, che ti ha chiesto per quale ragione parli poco della Fondazione. Piuttosto visto che il tuo impegno per il buon governo della cosa pubblica è evidente, riguardo alla Fondazione, è di tutti noi e i suoi soldi sono di tutti noi, potresti farti portavoce di alcuni sistemi di gestione ben precisi, adottati con successo in altre Fondazioni: bandi di finanziamento pubblici, con annessi regolamenti, graduatorie pubbliche e gare o indagini di mercato di evidenza pubblica per la fornitura dei servizi e dei materiali. Tutto questo nell'ottica della maggiore trasparenza e efficace gestione delle risorse pubbliche.
    Non capisco poi perché la Fondazione non diventi un attore di primo piano per la riconversione del territorio, sostenendo progetti di sviluppo, sostenendo la partecipazione a bandi europei, favorendo lo sviluppo di accordi internazionali. Naturalmente la Fondazione non si deve sostituire alla politica e alle imprese, ma di contro non dobbiamo troppo nasconderci dentro la poca chiarezza di ruoli, che ad alcuni potrebbe anche star bene. È così difficile mettere in campo una strategia forte, lucida e con prospettive internazionali, valorizzando al meglio le risorse del territorio, tra cui quelle della Fondazione?

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    1. Caro amico apprezzo il tuo spirito riflessivo e farò tesoro delle tue parole. Ma credimi sulla Fondazione c'e' chi cerca di speculare per delegittimarmi. Pensa che ci sono esponenti politici che avevano addirittura deciso di vedere chiaro nei miei loschi rapporti con la Fondazione. Aspetto da mesi l'esito del monitoraggio ma non e' uscito ancora un rigo. E visto che non ci sono rapporti di nessun genere ci si limita a infangarmi in anonimo. Non e' la prima volta e non sarà l'ultima

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  9. Gian Pietro, mi sorge un dubbio che penso sia legittimo: perchè chi ti pone queste domande non si firma?

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    1. caro Pellacchia, non mi firmo perché credo che lo spazio di Simonetti sia un servizio alla città, a migliorarla e per far ragionare i fabrianesi attraverso il dibattito. Sono le osservazioni e le proposte che contano, non la storia delle persone. Anche perché, nel mio caso insignificante, se mi firmassi sarebbe facile costruire delle dietrologie su secondi fini che in realtà non ho. Personalmente ne ho subite tante dal sistema di potere che, non solo politico, che tiene banco a Fabriano e continuo ad ascoltare falsità su di me. Ma invece di portare in piazza queste vicende personali un giorno, forse, mi rivolgerò alle sedi opportune, che sono i tribunali. Per il momento fino a quando Simonetti terrà aperto il blog, continuerò a contribuirvi, senza denigrare il prossimo, visto che ho provo sulla mia pelle quello che significa.

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    2. Chi scrive qua sopra è il benvenuto e non è di certo la persona che insinua contro di me. Grazie!

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  10. Caro Giancarlo perchè magari se si firmasse con nome e cognome magari certi falsi moralismi verrebbero svelati in un istante. Però io parto da un principio: se scrivi di politica qualcuno che cerca di infangarti lo trovi sempre. Quindi o ne prendi atto o cambi tema. Diciamo che è un effetto collaterale normalissimo. A garanzia di chi mi legge lascio scrivere chi vuole di ciò che vuole e se nei miei confronti qualcuno è in grado di trovare accuse circostanziate sarò ben contento di pubblicarkle, di chiedere scusa ai lettori e di chiudere immediatamente il blog per indegnità morale. Quindi continuerete a leggermi ancora per molto tempo

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  11. Non volevo infangare era ingenua curiosità, viste le reazioni forse ho fatto bene a non firmarmi.
    Scusate non era mia intenzione offendere o creare tranelli a nessuno.
    Scusate ancora ed in particolare al blogger la prossima volta farò più attenzione.

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  12. dai tranquillo!!! E' stato solo un qui pro quo

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  13. Chi ha voluto scoperchiare il fiume, pensava forse di fare cosa gradita ai fabrianesi e ad eventuali turisti. Come succede tra l'altro in molte altre città.
    , peccato che non si sono resi conto che il fiume che passa dentro Fabriano non è il bel fiume che sgorga da una montagna li vicino,

    ma è purtroppo, per la maggior parte dell'anno, poco più di una fogna a cielo aperto. Aspettate la prima secca e vedrete

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