24 marzo 2016

La soluzione per Penzi forse c'è ma Sagramola non lo sa




La Corte d’Appello ha negato la sospensiva sulla sentenza Penzi, forse perchè non ha ritenuto corretto intervenire in un contenzioso tra privati che contempla anche una ipotesi di dilazione del pagamento.  


Ciò significa che il Comune può ricorrere in Cassazione ma deve pagare subito 1,8 milioni di euro alla ditta Penzi. Il garbuglio più grosso, il pasticciaccio brutto de Palazzo Chiavelli è, quindi, esploso in faccia a Sagramola e alla città.  Il Comune dovrà pagare una barca di soldi: imemdiatamente e senza passare dal via.


Dalla rapa non si cava sangue, insegna un vecchio detto toscano. Allo stesso modo da Sagramola non si è cavato, per mesi, uno straccio di pensiero laterale che consentisse di evitare questo esito drammatico per il bilancio comunale. 


Sagramola, di fronte a un rintocco dei fatti crudele ma annunciato da tempo, ha preso tempo limitando la sua riflessione solo a un gioco di mantra: non c’è i soldi, me dimetto; anzi no, aumento le tasse; anzi no, me sto fermo, po esse che è meglio; anzi no, rateizzo l'indennizzo. 


La verità è che un Sindaco che non sa gestire un rischio amministrativo di questa dimensione e si lascia andare a un approccio umorale e ondivago diventa un problema più grande del danno da risarcire alla ditta Penzi, perchè trasferisce alla collettività un’ansia delegittimante, un caos calmo che rende sempre più profondo e avvilente il distacco tra i cittadini e la cosa pubblica.


Di soluzioni possibili per il caso Penzi, invece, forse ce ne erano e si poteva evitare l'aumento della pressione fiscale. Provo a elencarne due con spirito costruttivo seppur con mano da profano:


Cartolarizzazione degli immobili comunali attraverso una "società veicolo" interamente partecipata dal Comune.  

Come sa bene chi sfoglia i giornali locali, periodicamente l'amministrazione comunale mette all'asta immobili di sua proprietà che puntualmente non ricevono offerte e  nessuno acquista. La cartolizzazione è una tecnica finanziaria che consente di semplificare la dismissione degli immobili di proprietà comunali. Concretamente il Comune crea una società veicolo interamente partecipata dall'ente municipale e gli trasferisce gli immobili cedibili. La società acquista gli immobili dal Comune ricorrendo a finanziamenti ottenuti sul mercato. In questo modo il Comune potrebbe ottenere la liquidità necessaria a chiudere il contenzioso con la ditta Penzi senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini. I vantaggi sono evidenti:

        • la pronta disponibilità dei flussi finanziari provenienti dalla cessione degli immobili; 
        • la maggiore disponibilità di tempo per effettuare la vendita degli immobili; 
        • il recupero della differenza tra il prezzo di cessione e l’effettivo prezzo di vendita (prezzo differito).  

Utilizzo della pignorabilità di beni comunali classificati come disponibili.

I beni dello Stato sono pignorabili, salvo siano destinati a un pubblico servizio o all’attuazione di una funzione istituzionale dell’amministrazione. Ciò significa che non possono essere pignorati gli stipendi dei dipendenti, le sedi municipali, le risorse finanziarie e materiali destinate a un servizio come ad esempio la biblioteca, la pinacoteca o il Palazzo dello Sport. E' quindi di fondamentale importanza classificare i beni immobili in disponibili o indisponibili perchè questo consente di collocare tra i beni disponibili gli immobili che possono essere pignorati senza alterare l'erogazione dei servizi ai cittadini. Questa tipologia di destinazione, riportata in una delibera che può essere integrata con cui l'organo esecutivo del Comune è tenuto a quantificare l'ammontare delle risorse destinate ai servizi e quindi non pignorabili (articolo 159 TUEL), consente di mettere al riparo dal pignoramento la liquidità. Di fatto riconoscendo ad alcuni immobili di proprietà comunale non utilizzati o invendibili una condizione di pignorabilità il Comune potrebbe decidere di non pagare la ditta Penzi, facendo scattare il pignoramento sui beni immobili disponibili. Ciò consentirebbe di chiudere la partita Penzi senza mettere le mani in tasca ai cittadini.


Fossi in Sagramola, oltre che sulle dimissioni, rifletterei anche su queste ipotesi perchè un bravo Sindaco per prima cosa cerca di mettere al riparo i cittadini e solo in seconda istanza tutela se stesso e l'ente che dirige. Se paga e interviene sulle tasse è fottuto. Se si dimette è fottuto: l'inevitabile tenaglia che tocca agli indecisi.


Sagramola dovrebbe avere uno scatto di reni: trovare una soluzione, poi dimettersi e fare in modo che la città si dimentichi al più presto di lui. Lo deve ai fabrianesi e forse anche a se stesso.
    

20 commenti:

  1. Simonè non gli dare le dritte. famoli affondà

    RispondiElimina
  2. Ma se la società interamente partecipata dal comune non vende poi gli immobili, come li paga i mutui accessi per acquistarli?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se non li vende le banche gli prendono gli immobili che sono dati in garanzia

      Elimina
    2. Beh la banca del territorio si dimostra interessata

      Elimina
  3. La seconda ipotesi è già al vaglio da tempo,io penso che sarebbe necessario coinvolgere anche gli altri attori di questa storia cioè la regione e la asur

    RispondiElimina
  4. me l'immagino quanto è al vaglio!!!!!!! se era al vaglio era stato evitato tutto sto pianto greco

    RispondiElimina
  5. Speriamo arrivi il commissario così almeno avremo un usciere in più al Comune e meno mangia a sbafo in giunta

    RispondiElimina
  6. Solo un Commissario capace, esperto nei garbugli di legge, può mettere in linea di galleggiamento il Comune, avendo la forza e l'autorità di mettere in riga i dirigenti. Il pavido Sagramola non può (e non cerca più nulla).

    RispondiElimina
  7. Il PD ha fatto lo squaglio di Fabriano. Il 22 marzo il divin crocetto ha riunito il gruppo di lavoro sulle unioni e fusioni di Comuni. Avranno messo in premio una fetta di prosciutto, affettato a mano da Porcarelli, per chi capisce la differenza tra unioni e fusioni?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo nelle mani di Crocetto La Qualunque. Ci rendiamo conto?

      Elimina
    2. Il comunicato stampa di commento alla riunione è una presa in giro bella e buona, si sono limitati a ribadire l'importanza delle fusioni, ma in concreto non hanno detto un bel nulla di cosa hanno parlato in dettaglio, e se hanno deciso qualcosa.

      Elimina
  8. (Ansa) ... una transazione con la Penzi potrebbe investire direttamente i patrimoni personali degli amministratori, e la strada appare in salita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quali amministratori?

      Elimina
    2. Non saprei dire se il fattaccio è avvenuto sotto Antonio o Castagnari.

      Elimina
    3. Io direi sotto Antonio

      Elimina
  9. Il 30 giugno scadrà l'avviso per i progetti dell'accordo di programma, ma ho il sospetto che, ancora una volta, il tessuto produttivo fabrianese non sarà pronto a sfruttare con progetti di sviluppo realmente innovativi e competitivi questa occasione.

    RispondiElimina
  10. Saranno su piattaforma web dal 30 marzo le testimonianze e i racconti realizzati da Shoot4Change (www.lafinedellillusione.it ), l' inchiesta è basata sul racconto degli abitanti di Fabriano.

    RispondiElimina
  11. Qualcuno in Comune sbaglia, e la comunità fabrianese paga il conto. CI sono dirigenti che prendono bei stipendi e premi e non sOno in grado di fare il loro lavoro. C'è qualcosa che non funziona. Almeno è stata proposta azione di risarcimento danni alla Corte dei Conti?

    RispondiElimina
  12. Che poi non si è ancora capito se Sindaco, assessori e consiglieri sono ancora autosospesi dal PD, oppure hanno solo scherzato e sono rientrati nei ranghi del prode Crocetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rientrati nei ranghi ed anche a testa bassa.

      Elimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone