4 maggio 2016

Ottaviani e Sagramola l'un contro l'altro armati

Lo scontro in atto tra il Sindaco e il Presidente della Fondazione Carifac, sul finanziamento di emergenza prima concesso e poi revocato da quest'ultima a seguito delle improvvide dichiarazioni del primo cittadino, può essere letto in almeno tre modi diversi, ciascuno dei quali contiene un pezzo di verità parziale e non esaustiva:

  1. come scontro tra poteri residuali in cerca di nuovi equilibri
  2. come anomalia relazionale tra un organo elettivo e un ente privatistico
  3. come scorno tra personalità confliggenti
1) Fabriano ha conosciuto un potere economico, politico e familiare di impronta monarchica. Quel sistema si è estinto senza successione e ha lasciato in eredità un vuoto di potere che viene colmato da poteri residuali. L'Amministrazione Comunale e la Fondazione Carifac sono gli unici poteri residuali che possono contendersi uno spazio di egemonia, nonostante la prima sia cronicamente in deficit di risorse mentre la seconda deve fare i conti con il salasso patrimoniale subito con la svalutazione delle azioni Veneto Banca e con il colpo di grazia che potrebbe determinarsi con la quotazione in Borsa del titolo dell'istituto di Montebelluna.

La relazione tra Amministrazione Comunale e Fondazione Carifac è, quindi, finalizzata alla ricerca di nuovi equilibri e allo sviluppo di dinamiche contrattuali che dovrebbero puntare al raggiungimento di un equilibrio soddisfacente per entrambi.
Il problema è che l'Amministrazione Comunale ha consumato il proprio potere contrattuale nel momento in cui ha chiesto alla Fondazione un contributo straordinario a sostegno del Bilancio di Previsione 2016.
Una scelta che ha sbilanciato gli equilibri a favore dell'istituto presieduto da Marco Ottaviani, cui ha fatto seguito il tentativo di rilancio politico attuato dal Sindaco con l'ormai noto comunicato, che ha consentito alla Fondazione di fare macchina indietro e di recedere dal finanziamento con motivazioni assolutamente pertinenti dal punto di vista statutario ma poco plausibili per un occhio attento ed esperto.

Analizzando lo scontro in atto come ricerca contrattuale di nuovi equilibri è del tutto evidente che l'oggetto del contendere non è l'ammontare dell'erogazione ma la possibile rottura del meccanismo di contrattazione politica sotteso all'operazione.

Gli equilibri contrattuali tra poteri, è bene tenerlo a mente, nascono sempre da rapporti di scambio che chi ragiona politicamente deve provare a scandagliare senza farsi tentare dai buoni sentimenti e dal politically correct.

2) Lo scontro tra poteri residuali, di per sé, non presenta nulla di scandaloso, ma può anzi rappresentare un elemento di vivacità e di dialettica delle idee. Il problema è che a Fabriano tra Amministrazione Comunale e Fondazione Carifac sussiste una relazione anomala, frutto dell'oggettiva anomalia di alcuni presupposti.

La prima anomalia è che il Sindaco, espressione locale della sovranità popolare, per stilare il Bilancio di Previsione - ossia il documento politico e programmatico fondamentale - ricorra non alle risorse di cui dispone l'ente ma al sostegno di un soggetto privatistico, determinando una privatizzazione di sovranità che deriva dall'incapacità politica dell'amministrazione di gestire le sue risorse.

A fronte di ciò va parimenti rilevata l'anomalia di una Fondazione il cui Presidente non è un tecnico, ma un ex candidato Sindaco in concorrenza nel 2012 con il primo cittadino, leader indiscusso dell'opposizione consiliare nella prima parte di questo mandato amministrativo e candidato alla Camera alle politiche del 2013 per l'UDC, il partito che esprime il Vicesindaco di Fabriano e assessore al Bilancio nella persona di Angelo Tini.

E' evidente che questa duplice anomalia fa sì che qualsiasi posizione assunta dalle parti abbia sempre un persistente retrogusto politico alimentato da semplici domande:

  • Il Sindaco è così autolesionista da aver praticamente raddoppiato, nel suo comunicato, l'ammontare del contributo della Fondazione? 
  • L'assessore al Bilancio e Vicesindaco UDC Tini concorda con le cifre del Sindaco o è allineato ai 150 mila euro deliberati dalla Fondazione? 
  • Il conflitto tra Ottaviani e Sagramola è l'effetto di due caratteri spigolosi l'un contro l'altro armati o, invece, di una guerra interna all'UDC legata alla conclamata autonomia decisionale e operativa del Presidente Ottaviani?
3) Da ultimo ma non per ultimo potrebbe esserci un problema legato alle personalità del Sindaco e del Presidente della Fondazione. Si tratta di figure diversissime per visione, empatia, concezione della politica, cognizione del potere e divergenza di fondo nel modo di intendere l'impegno politico e sociale dei cattolici.

Inoltre è bene ricordare che tra Ottaviani e Sagramola forse esiste anche una ruggine che risale al 2012, quando Marco Ottaviani fu accreditato a lungo come candidato sindaco del centrosinistra. Una ipotesi che fu bruciata con le primarie del PD che spianarono la strada a Sagramola e spinsero Ottaviani verso  l'esperienza di un raggruppamento civico di cui divenne il candidato a Sindaco.

I lettori si domanderanno per quale motivo ho dato così poco spazio all'ammontare e alla destinazione del contributo della Fondazione. La ragione è semplice: il senso degli scontri di potere risiede sempre nella tentazione dell'egemonia di cui anche la spesa sociale è conseguenza e funzione.

Per questo spero mi perdonerete se nella valutazione di questa vicenda tendo a rifarmi più a Machiavelli che non alle dichiarazioni ufficiali di Ottaviani e Sagramola di cui, ovviamente, ho ben chiaro il differenziale di approccio e di visione politica.
    

9 commenti:

  1. Che boccata di ossigeno!!!!!

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  2. Attento Simonetti! Sfidare i nuovi conformisti potrebbe portarti sfortuna

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  3. Non entro nel merito, ma dobbiamo pensare alla Fondazione non come a un ente privatistico, come scrive Simonetti, ma a un ente di diritto pubblico che deve agire, esclusivamente, per il bene collettivo e nel quale il Comune, per legge, è socio di diritto e ha diritto a partecipare a tutti i processi statutari regolati dalla legge, dallo statuto e vigilati dal Ministero del Tesoro.

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  4. I pretoriani della Fondazione sono quelli che si professano rivoluzionari un giorno si e l'altro pure. I primi a mettersi sull'attenti

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. io propendo per una cronica incapacità amministrativa di Sagramuntantoalletto oltre che ad una reiterata tendenza all'autolesionismo tipico di chi negli anni si è riciclato in svariate spoglie al punto di non sapere più quale sia il vero se stesso, il sindaco continua imperterrito a ripetere costantemente lo stesso errore spinto da una necessità intrinseca all'eccesso loquace che lo portano regolarmente a pronunciare una frase di troppo che regolarmente lo condannano e con lui tutto ciò che gli gira attorno , ad un fallimento dietro l'altro!! la fondazione dal canto suo per statuto non può foraggiare giochi politici, e per quanto sia influente il presidente Ottaviani le decisioni sono sempre collegiali. Purtroppo in questa vicenda ci sono solo dei vincitori e degli sconfitti , i cittadini che impotenti ( per propria volontà) assistono attoniti a questi giri di valzer senza per altro capirli. ringrazio monsieur Jan Pier Simonetì per la lettura lucida degli scenari posti sul palcoscenico. ( Muratori Davide)

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  7. Ottaviani vuole fare il sindaco appoggiato dal suo amico Paolo Merloni e avv benvenuto.

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  8. Sinceramente questa cosa che Ottaviani vuole fare il Sindaco non sta in piedi. Prenderebbe una salassata economica per via della norma sulle incompatibilità. Fare il Sindaco in questa fase è una roba demenziale e a Ottaviani di certo non difetta l'intelligenza

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  9. Ribaltone a Veneto Banca, salta Bolla, entra Antonini.

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